LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
24124 BERGAMO Pass.
Canonici Lateranensi, 22
Tel. 035-219255 - Telefax 035-235660
lega.nazionale@antipredazione.org
www.antipredazione.org
nata nel 1985
COMUNICATO STAMPA
Anno XXXIII n.16
23 Novembre 2017
L'ESPIANTO E' TORTURA CON OMICIDIO
LA PENA E' DELL'ERGASTOLO
Legge 14 luglio 2017, n. 110
Finalmente è stato introdotto il delitto di tortura nell'ordinamento italiano:
“Art.
613-bis (Tortura)- Chiunque, con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con
crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a
una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia,
potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza,
ovvero si trovi in condizioni di minorata
difesa, è punito con la pena della reclusione da quattro a dieci anni … se i
fatti sono commessi da un pubblico ufficiale... da cinque a dodici anni...
Se dai fatti deriva la morte quale conseguenza non voluta, la pena è della reclusione di anni trenta.
Se il colpevole cagiona volontariamente la morte, la pena è dell'ergastolo."
E' fuor di dubbio che l'espianto è atto programmato e volontario per procacciare
organi per trapianti.
E' fuor di dubbio che di tortura si tratta quando la persona con lesione cerebrale
per incidente o malattia viene sequestrata nella Rianimazione, posta sotto ventilazione
non col fine unico di curarla, ma per esami non autorizzati e dannosi,
finalizzati agli accertamenti dei caratteri immuno-genetici per la compatibilità
al trapianto e valutazione della qualità degli organi. Di tortura si tratta
nell'esecuzione di test dannosi per la dichiarazione autoritaria di “morte cerebrale”
dichiarata a cuore battente (angiografia cerebrale, test dell'apnea che può produrre
lo stato di “non ritorno” ecc.).
Ai genitori non è permesso di capire cosa sta succedendo, di stare vicino al proprio figlio, di trasmettergli amore ed energia. Poi i genitori frastornati vengono posti di fronte al bivio crudele di donare gli organi o staccare la spina, comunque in entrambi i casi un'esecuzione di morte nella tortura. Infatti di omicidio volontario si tratta quando sotto farmaci paralizzanti i chirurghi affondano il bisturi dall'ugola al pube per asportare organi pulsanti o quando viene sospesa la ventilazione senza svezzamento ai non donatori.
Al nostro Paolo 19enne, non curato, hanno espiantato prima le cornee poi,
nel buio della cecità, il cuore, il fegato, i reni, in 7 lunghe ore di tortura
sotto farmaci paralizzanti per contrastare le contrazioni del suo corpo.
Se questa non è tortura crudele e degradante con omicidio volontario sotto
l'egida delle autorità sanitarie dello Stato, che cos'è?
Devono cadere le impunità dei poteri sanitari che tutto possono nel chiuso degli ospedali e Università.
A noi hanno estorto una firma con l'inganno, mentendo e tacendo la verità:
che l'espianto avviene a cuore battente su un vivo che ha perso la coscienza.
Avrò pace solo se questa legge contro il delitto di tortura avrà coerente
applicazione e si darà uno stop alla politica di reclutamento tramite l'inganno.
Silvana Mondo madre di Paolo
Consigliera nazionale
Lega Nazionale Contro
la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente
www.antipredazione.org
Consiglio Direttivo
Presidente N. Negrello
Giornalisti e Associazioni |